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Film in tv: Vincitori e vinti

Molti dei più grandi film premiati alle kermesse internazionali in questa settimana televisiva.
di Edoardo Becattini

Presunti innocenti e imprese colpevoli

giovedì 8 novembre 2007 - Televisione

Presunti innocenti e imprese colpevoli
Per tutti coloro che potranno godersi la domenica pomeriggio tranquillamente a casa, la programmazione televisiva fornisce un valido intrattenimento a partire sin dal primo pomeriggio. Divenuto ormai affermato autore di capolavori dell'animazione digitale mainstream con Gli incredibili e il più recente Ratatouille, Brad Bird ha cominciato in realtà i suoi passi nel mondo dell'animazione con la regia di alcuni primi episodi de I Simpson e con un piccolo "cult" retrospettivo e citazionista, Il gigante di ferro (Italia1, 14.40). Al centro del film, ambientato nel Maine degli anni '50 in piena guerra fredda, la storia di Hogarth, ragazzino timido e solitario che un giorno trova nella campagna vicino casa un enorme robot venuto dallo spazio e dotato di poteri straordinari. Sempre nel pomeriggio un classico del noir americano anni Cinquanta avvalorato da una portentosa sceneggiatura e dalla solida regia di Otto Preminger. Anatomia di un omicidio (La7, 16.55) racconta l'indagine sempre più ossessiva che l'avvocato Biegler (James Stewart) conduce nei riguardi del suo cliente, il tenente Manion (Ben Gazzara), accusato di aver ucciso un presunto amante della moglie. In serata un altro film riguardo l'indagine su di un delitto e sulla possibile innocenza di un uomo accusato d'omicidio: The life of David Gale (Rete4, 21.30). Il film ricostruisce mediante flashback che si dipartono attraverso una lunga intervista la vita di David Gale (Kevin Spacey), stimato avvocato e docente universitario dalle forti posizioni contro la pena capitale, che viene proprio condannato a morte dopo esser stato accusato dello stupro e dell'assassinio di una giovane attivista. Infine, in notturna, il controverso film di Abel Ferrara su di un prossimo futuro gestito dalla lotta fra multinazionali derivato dalla letteratura di William Gibson: New Rose Hotel (RaiUno, 4.00). Nel film Asia Argento è una prostituta ingaggiata da Christopher Walken e Willem Dafoe per carpire da uno scienziato giapponese una formula chimica segreta che segnerà il destino dei mercati economici.
Il futuro dominato dalle scelte e dagli interessi economici delle multinazionali è anche la tesi principale dell'importante documentario canadese The Corporation (Cult, 21.00), in onda lunedì sera. Il film ricostruisce, avvalendosi di lunghe interviste, la storia della nascita e dello sviluppo delle grandi aziende e delle conseguenze determinanti per le nostre vite e quella del nostro pianeta.
Altrimenti, per chi volesse appassionarsi a delle storie di finzione che hanno però segnato profondamente la storia del cinema, Gli uccelli (Studio Universal, 21.00) e Quel treno per Yuma (Sky Classics, 19.25) sono due grandi classici che non necessitano presentazioni. Il primo è lo smisurato capolavoro con cui Alfred Hitchcock che ci ha insegnato come la tensione sia parte stessa del mondo naturale, mentre il secondo è il celebre film di Delmer Daves con Glenn Ford sul bandito da scortare in un pericoloso viaggio attraverso il west, da cui è stato recentemente tratto il rifacimento con Russell Crowe e Christian Bale.

I mostri letterari e il pessimismo della realtà
La prima serata di martedì da Oscar con due pellicole premiate dalla Academy in tempi più o meno recenti. Solo due anni or sono il miglior film risultò essere Crash – Contatto fisico (Sky Mania, 21.00) che batté a sorpresa il favorito I segreti di Brokeback Mountain. Il film-opera prima di Paul Haggis (allora più noto come sceneggiatore di fiducia per Clint Eastwood) è il racconto di un breve frammento di numerose vite parallele e intrecciate nella Los Angeles odierna, dove ogni personaggio vive di ambiguità e contraddizioni in bilico fra razzismo, paure e frustrazioni. Altro sorprendente vincitore (trattandosi di un genere generalmente non foriero di riconoscimenti) fu nel 1991 Il silenzio degli innocenti (Sky Max, 21.00), thriller firmato da Jonathan Demme (ultimamente più prolifico nel genere documentario) che sanzionò la fama di Jodie Foster e Anthony Hopkins nell'olimpo della recitazione e creò il mito cinematografico di un altro "mostro sacro", Hannibal Lecter. Mercoledì sera si segnala invece un'anomalia all'interno della corrente di film tratti da fumetto che la moda recente ha visto proliferare senza sosta negli ultimi anni. Dick Tracy (Sky Mania, 21.00) è anomalo per l'originalità della rappresentazione diretta da Warren Beatty (scenari bidimensionali e colori da pop art curati da Vittorio Storaro) e per la scarsa considerazione ricevuta col passare degli anni nonostante la presenza nel cast (oltre allo stesso Beatty) di Al Pacino, Dustin Hoffman e Madonna. A seguire, il film con cui pochi anni fa Woody Allen ha lasciato l'amata cornice dello skyline newyorkese ed ha aperto una parentesi europea virando le sue ultime produzioni commediche verso un dramma con delitto doloso che studia il caso e la cupidigia come motori dell'esistenza dell'uomo: Match Point (Sky Mania, 22.50). Giovedì troviamo in prima serata il sempre gradito ritorno delle "zingarate" dei vari Ugo Tognazzi, Philippe Noiret, Adolfo Celi, Gastone Moschin e Duilio del Prete, ovvero gli Amici miei (Rete4, 21.10) di Mario Monicelli che da più di trent'anni si perpetuano nella memoria degli italiani e che rappresentano una parte della storia della comicità nostrana ancora inimitata per il cinismo crudele e la velata nostalgia. L'ultimo spettacolo (Sky Classics, 22.45) è invece il modo con cui Peter Bogdanovich ha messo in scena la propria nostalgia. Critico cinematografico militante negli anni Sessanta, Bogdanovich nel 1971 girò questo dramma in bianco e nero per omaggiare i classici della Golden Hollywood e raccontare quella parte del nostro immaginario che se ne va ogni qual volta chiuda una sala cinematografica.

Los Angeles – Cannes in una notte
La sera di venerdì va in onda un altro film che, proprio nello stesso anno di Crash, si è aggiudicato un Oscar mettendo in scena un'intricatissima vicenda di storie e personaggi: Syriana (Sky1, 21.00). L'Oscar se lo è aggiudicato George Clooney per la sua interpretazione "invecchiata" di un agente della CIA tradito in nome degli interessi legati alla circolazione di capitali del mercato del petrolio. Dagli Oscar di Los Angeles alle Palme di Cannes con Il vento che accarezza l'erba (Sky Mania, 21.00), film con cui Ken Loach ha ottenuto lo scorso anno il massimo riconoscimento per questa storia di due fratelli impegnati nelle lotte di indipendenza per l'Irlanda, divisi dalla tendenza collaborazionista dell'uno e dalla tenace resistenza dell'altro. La storia del Palmarès del Festival di Cannes annovera anche un immenso capolavoro datato 1979, ovvero Apocalypse Now (Studio Universal, 21.10), film carico di visionarietà, artifici estetici e musiche da antologia che il maestro Francis Ford Coppola ha dedicato al conflitto in Vietnam ispirandosi vagamente al Cuore di tenebra di Joseph Conrad. Per chi avesse particolarmente apprezzato il film di Ken Loach, il giorno seguente, sabato, si presenta la possibilità di vedere un altro film con cui il cineasta inglese ha riletto la storia del Novecento da un punto di vista popolare e realistico. Terra e libertà (Cult, 21.00) è la storia di un giovane inglese che parte volontario all'indomani della Guerra civile spagnola per combattere contro i franchisti e che assiste alle tensioni ideologiche tra frange differenti della sinistra che favoriranno la vittoria dei falangisti. In seconda serata il thriller che fece conoscere il talento del regista spagnolo Alejandro Amenábar, alla sua opera seconda con Apri gli occhi (Sky Mania, 23.05). In questo film (che vede nell'americano Vanilla Sky un pedissequo remake), il regista che si è poi consacrato con The Others e Mare dentro riuscì a mettere in scena con tensione e un buon ritmo narrativo l'intricata storia di un ricco e viziato ereditiere che, in seguito a un incidente che lo ha sfigurato, vive di memorie e sogni avviluppati sulle due donne che gli hanno cambiato la vita. A conclusione di questo sabato denso di impegno e storie complesse, troviamo nella notte di nuovo Woody Allen con Accordi e disaccordi (Canale5, 2.55), dichiarazione di devozione e amore fra umorismo e nostalgia per il jazz americano e per quegli eccentrici personaggi capaci di muoversi fra le elastiche poliritmie del swing e di far muovere le sale da ballo nell'America degli anni Trenta.

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