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Elizabeth - The Golden Age: lunga vita alla regina

Shekhar Kapur, Cate Blanchett e Geoffrey Rush raccontano il ritorno di Elisabetta I d'Inghilterra.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

Il film

venerdì 19 ottobre 2007 - Incontri

Il film
Nel 1585, dopo essere stata la regina dell'Inghilterra per quasi tre decenni, Elisabetta I continua ad annientare i suoi nemici e difendere la sua reputazione, avendo giurato corpo e anima alla sua nazione. Il re di Spagna Filippo II, sostenuto dalla Chiesa e con il potere della spietata Inquisizione, rappresenta una reale minaccia per la regina. Il suo obiettivo è di strappare l'eretica protestante dal trono e riportare l'Inghilterra (e il mondo intero) al cattolicesimo. Ma Elisabetta I, oltre a essere una regina è anche una donna che si scopre innamorata dell'avventuriero Sir Walter Raleigh e farà di tutto per averlo al suo fianco, fosse anche "buttarlo" fra le braccia della sua dama di corte preferita, Bess. Elizabeth - The Golden Age ha inizio un decennio dopo il periodo esaminato in Elizabeth e narra dei gloriosi anni di mezzo del suo regno. È un film politico in quanto racconta il conflitto tra Elisabetta con Filippo II, ma prende in esame anche il concetto di tolleranza religiosa e, al contrario, di fondamentalismo religioso oltre a mettere in scena una storia d'amore impossibile, perché alla regina è proibito inseguire la sua passione. "Scavando nella storia, si finisce per raccontare una storia contemporanea che parla di noi stessi" afferma il regista Shekhar Kapur. "Perché fare oggi un film che non sia legato al nostro tempo? Perché fare un film che non sia attinente agli attuali modi di pensare individuali, politici o psicologici? Elizabeth - The Golden Age parla di Cate Blanchett che sta interpretando Elisabetta per i tempi moderni. Parla del conflitto tra fondamentalismo e tolleranza, della ricerca di sé e della divinità. Parla di mortalità e immortalità. Sono tutte cose con le quali abbiamo a che fare tutti i giorni nella nostra vita".

Cate Blanchett era restia inizialmente a reinterpretare questo personaggio. Come l'avete convinta?
Geoffrey Rush: Se guardiamo il suo repertorio di personaggi e ruoli è impossibile non notare che le sue scelte sono sempre state molto potenti, pericolose, imprevedibili. Capisco perché ci abbia messo un po' a decidersi, evidentemente non l'allettava la proposta di tornare a interpretare lo stesso personaggio. Ma credo di averla convinta quando le ho detto che se non l'avesse fatto lei l'avrebbe fatto qualcun'altra.
Shekhar Kapur: Nel dire nulla c'è molto potere di persuasione. Io mi sono limitata a osservarla pensando che fosse bellissima e non ho detto niente.

È stato veramente questo a convincerla?
Cate Blanchett: Sapevo da tempo che Shekhar era interessato a me per quel ruolo, continuava a parlarmene. È innegabile che la regina Elisabetta sia stata una donna assolutamente interessante e ho accettato di tornare a interpretarla quando mi sono resa conto che il personaggio si muoveva in un contesto davvero straordinario. È stata la sceneggiatura a convincermi. Inoltre mi piaceva la sfida, ovvero non fare riferimento al primo film e allo stresso tempo non fare neanche qualcosa di totalmente diverso. In questo modo i due film si possono vedere separatamente. Non c'è bisogno di vedere il primo per entrare nell'era d'orata di Elizabeth.

Quanta cura c'è stata nel definire un personaggio così complesso?
Shekhar Kapur: È stata una grande sfida, ma nessun film ne è privo. Se fosse facile scalare le montagne nessuno di noi lo farebbe. L'aspetto epico del film, le battaglie che la protagonista conduce fanno parte del suo personaggio. Ciascuno di noi può interpretarlo a suo piacimento, farsi una propria idea. Io l'ho vista come una divinità. È una questione di punti di vista. Ad esempio Filippo II interpreta la Parola di Dio, ma alla sua maniera. Lui crede di essere puro e questa è l'Inquisizione. In pratica Elizabeth - The Golden Age è un film antifondamentalista.

Il suo personaggio viene approfondito maggiormente nel seguito.
Geoffrey Rush: La sua funzione nel primo film era molto chiara. Secondo Shekhar si trattava di una sorta di Krishna, un mentore per una donna giovanissima che arrivava al trono senza esperienza. Lui le dà tutta la sua saggezza politica, la plasma. Nel seguito non abbiamo più bisogno di questa funzione, perché sono passati dieci anni e la regina è matura. Così abbiamo creato una specie di sottotrama drammatica - con un piccolo spazio per la famiglia di Walsingham - in cui l'uomo si interroga sulla propria vita.

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