La conquista giapponese di Locarno
Ancora una volta si premia l'oriente. E non si dimentica il sentimento per eccellenza dell'amore. Anche il Festival di Locarno, come la più divistica Mostra di Venezia o il Festival di Berlino, guarda al lontano mondo nipponico seguendo la scia di riconoscimenti che sta caratterizzando gli ultimi anni. Se Still life ha trionfato in laguna e Matrimonio di Tuya è stato premiato in Germania, a Locarno il pardo d'oro va ad Ai No Yokan (Senso dell'amore) del giapponese Masahiro Kobayashi, un film intimistico che racconta il rapporto tra una donna, madre di un'adolescente assassina e il padre della ragazza uccisa, con uno sguardo mai invadente che indaga all'interno dello strano sentimento dei due amanti. Doppio vincitore per la miglior interpretazione maschile che vede protagonista il giovane italiano Michele Venitucci (per Fuori dalle corde di Fulvio Bernasconi) alla pari con il francese Michel Piccoli (per Sotto i tetti di Parigi di Hiner Saleem). Vince anche la spagnola Marian Alvares, con l'interpretazione in Lo mejor de mi di Roser Aguilar, in cui incarna una donna, nel momento in cui non sa più riconoscere qual è l'affetto che prova per il fidanzato malato all'ospedale. Ancora l'amore protagonista di un festival che guarda spesso all'Italia e anche quest'anno premia il film d'esordio di Vittorio Rifranti, che porta l'originale titolo di Tagliare le parti in grigio. Infine, il miglior regista è stato Philippe Ramos, con Il capitano Achab, mentre il premio speciale di Cineasti del Presente è andato a Imatra di Corso Salani, con il terzo episodio della serie dedicata ai Confini, un'indagine sociologica sulla situazione ai bordi dell'Europa che non dimentica le relazioni private tra le persone che vivono in luoghi di frontiera.