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Roma città armata

Con Cemento armato, la premiata ditta Brizzi/Martani smette la commedia giovanilistica e cambia il colore del genere.
di Marzia Gandolfi

La premiata ditta Brizzi/Martani

venerdì 6 luglio 2007 - Incontri

La premiata ditta Brizzi/Martani
Lo aveva già detto forte e chiaro Tarantino (bastava ascoltare e non interpretare), sollevando un vespaio di inutili polemiche e dividendo il mondo dello spettacolo italiano in detrattori e incensatori, lo ha ribadito Carlo Verdone in un intervento pubblico a Roma ("Non voglio morire da spettatore di sola commedia italiana"): il cinema italiano non pratica più i generi. Così i golden boys nostrani, la premiata ditta Brizzi/Martani, con due milioni di spettatori all'attivo per la loro Notte prima degli esami bis, si concede il lusso di smettere la commedia giovanilistica e cambiare il colore del genere. Il rosa diventa nero lungo gli argini del Tevere dove l'ex Luca Molinari incontrerà di nuovo il "cattivo maestro" di Giorgio Faletti. Si replicano i protagonisti e si replica la storia declinandola in noir: il maturante maturato Nicolas Vaporidis, ancora una volta incauto e maldestro, compie uno sgarbo ai danni del "professore" mutuato in "primario" ma confermato "carogna". Cemento Armato, opera prima di Marco Martani, nasce probabilmente dal desiderio di tornare a frequentare un genere altro (dalla commedia) il cui territorio topico è la città, una Roma aperta e armata alla e dalla criminalità.

Storia, luoghi e personaggi
Marco Martani: Non riesco a dare una definizione esatta del mio film. Potrei dire che è un noir, forse un western metropolitano o ancora e semplicemente una storia d'amore. Al centro di questa avventura ci sono due ragazzi cresciuti nella periferia romana. Una coppia che si ama appassionatamente e a cui il fato fa incontrare il male, incarnato dal Primario, un boss locale che ha il volto di Giorgio Faletti. La vita di Diego, Nicolas Vaporidis, viene stravolta a causa di una ragazzata. Un giorno, bloccato col suo motorino nel traffico di Roma, si fa spazio rompendo gli specchietti retrovisori degli automobilisti in coda. Una di queste macchine è di proprietà del Primario, un cattivo cattivissimo che da quel momento si metterà sulle tracce del ragazzo. Ignaro di essere braccato dal Primario e dalla sua manovalanza criminale, Diego continua la sua vita con la bella Asia. Sullo sfondo c'è la Roma della periferia e dell'abuso edilizio, lontana e diversa però da quella pasoliniana. Il titolo Cemento armato, oltre a suggerire l'uso delle armi nel film, è un'evidente metafora dell'edificazione selvaggia che soffoca la periferia romana. L'ambientazione è indubbiamente capitolina, ma come accade in tutti i noir, Roma potrebbe essere qualsiasi altra città.

Diego
Nicolas Vaporidis: Diego è un ragazzo normale della periferia che un giorno per caso si scontra con il male assoluto, trovandosi catapultato in una storia più grande di lui. Interpretare un personaggio determinato dopo essere stato due volte un adolescente imbranato mi ha creato non pochi problemi. Ho affrontato un percorso emotivo durissimo, non mi era mai capitato di piangere per tutto il tempo delle riprese di un film. Per otto settimane questo personaggio, che vive di estremi, ha sollecitato le corde del dolore e della disperazione. Per piangere in scena mi capitava così di piangere fuori scena, era necessario e mi aiutava a raggiungere la condizione esistenziale di Diego.

Asia
Carolina Crescentini: Asia come Diego è nata nella periferia romana da cui vorrebbe tanto riscattarsi. Il mio personaggio ha un carattere deciso e intraprendente. La vita le riserva un'esperienza sorprendente che non posso rivelare senza anticipare la storia. Potrei dire però che mentre Diego a un certo punto della storia esplode, Asia invece implode.

Il Primario
Giorgio Faletti: Al contrario dei miei giovani colleghi io non interpreto un personaggio romano, il Primario arriva a Roma giovanissimo e trova un'occupazione come portantino in ospedale, da qui il soprannome. Nel momento in cui lo incontriamo nella storia è al vertice della piramide e demanda il lavoro sporco alla sua manovalanza. Il primario non è uno psicopatico o una persona con disturbi mentali, come i personaggi dei miei romanzi, ad esempio. Non ho riferimenti per definirlo, nessun cedimento emotivo lo accomuna ai delinquenti che lavorano per lui. Interpretarlo è stato faticoso, io non nasco come attore e inoltre la mia esperienza nel cinema si è sempre limitata alla commedia. Girando il film di Martani mi sono necessariamente trasformato in un blocco di marmo. Questo ruolo ha richiesto una grande concentrazione e la direzione che prende il mio personaggio è milioni di chilometri lontana da me. In un paio di scene, che per ovvie ragioni non posso riferire, mi sono trovato in difficoltà. Ricordo che dopo averle girate sono tornato a casa e mi sono lavato, solo dopo la doccia mi sono sentito di nuovo pulito. Il mio approccio col Primario è stato insomma ansioso e ansiogeno, lui è un autentico diamante nero della cattiveria, è il male assoluto che ritrova nel conflitto con Diego, nell'agire direttamente contro di lui, tutto il sapore delle origini della sua carriera malavitosa, quando faceva il lavoro sporco.

I generi "ritrovati": spaghetti western e spaghetti gangster
Marco Martini: Dopo aver scritto insieme a Fausto Brizzi due teen movie di successo, abbiamo deciso con Cemento armato di sfidare il mercato cinematografico italiano, rinunciando a scrivere l'ennesima commedia giovanilistica. Volevamo riappropriarci del cinema italiano, della sua storia e dei generi che lo hanno reso grande. Abbiamo puntato molto soprattutto sulla storia e di conseguenza sulla sceneggiatura, che ha una struttura convincente e coinvolgente. Così abbiamo confezionato una bella storia interpretata da attori che hanno dimostrato di non essere soltanto brillanti interpreti di commedie. La relazione sentimentale dei due protagonisti è calata in un genere che potremmo definire gangsteristico o addirittura western metropolitano. Il nostro fine era uno solo: emozionare. Nel mio film, in uscita il prossimo 5 ottobre, non mancheranno perciò pistole, spari e cadaveri.

Il rosa e il nero
Fausto Brizzi: Lo confesso, io ho sempre avuto un debole per la commedia, mentre Marco ha un'autentica vocazione per il noir. Ci siamo scambiati i ruoli, questa volta il regista è lui. Cemento armato, come i due Notte prima degli esami, resta un film per i giovani. Cambiare genere non ci spaventa. E poi il male, come dice Giorgio, è un argomento goloso. Nel noir esiste una vivacità che valeva la pena di indagare, grazie anche al punto di vista esterno di Marco. Martani non è romano e a ragione di questo il suo sguardo su Roma e i suoi cittadini è interessante, fresco e disincantato. Ma la nostra avventura nel giallo/noir non finisce qui, ho chiesto ai produttori, Fulvio e Federica Lucisano, di acquistare (e lo hanno fatto) il libro di Piero degli Antoni, "La notte di Peter Pan", per farci un film. Il cattivissimo protagonista ancora una volta potrebbe essere Giorgio Faletti.

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