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Globi d'oro: il trionfo di Ozpetek

Consegnati i premi assegnati al cinema italiano dalla stampa estera.
di Chiara Renda

Assente Tornatore, 5 premi a Ozpetek

mercoledì 4 luglio 2007 - News

Assente Tornatore, 5 premi a Ozpetek
Si è tenuta ieri sera nei giardini dell'Accademia Tedesca a Villa Massimo la cerimonia di assegnazione dei Globi d'Oro, premi assegnati ogni anno dalla stampa estera accreditata in Italia.
Protagonista della serata, condotta dal giornalista Tonino Pinto con Victoria Larchenko, è stato Ferzan Ozpetek, vincitore di cinque premi, tra cui quello per il miglior regista e per l'attrice rivelazione, Ambra Angiolini, un'ulteriore conferma del talento dell'attrice dopo la conquista di un Nastro d'argento e un David di Donatello.
Dopo i successi internazionali (da Locarno al Tribeca di New York) anche Agostino Ferrente viene riconosciuto per il suo L'orchestra di Piazza Vittorio, mentre Daniele Luchetti trionfa con il suo toccante Mio fratello è figlio unico, vincitore nella categoria Miglior Film: "Tira una strana aria sul cinema italiano" ha dichiarato il regista ritirando il premio, "non ci vogliamo bene. La stampa ha detto prima che non eravamo a Cannes, ma io c'ero, e poi che c'è stata delusione per un mio mancato premio... Il fatto che fossimo poco presenti al festival francese è normale, perché facciamo pochi film". Dopo la consegna dei tre premi - Miglior Opera Prima, Miglior Fotografia (Maurizio Calvesi), Miglior Attore (Raoul Bova) – a Io, l'altro del tunisino Mohsen Melliti, il quale ha ironizzato a proposito di una sua eventuale opera seconda ("Per un ateo come me, è più facile credere in Dio che sperare di fare un film in Italia"), in chiusura di cerimonia c'è stato spazio anche per tornare sul caso Tarantino, accusato da Marco Bellocchio subito dopo le sue dichiarazioni contro il cinema italiano attuale a Cannes. Il regista de I pugni in tasca, ritirando il riconoscimento alla carriera (conferito anche a Ornella Muti), ha chiarito: "La stampa ha frainteso. Io davo del cafone a un rappresentante politico italiano, nello specifico Renato Brunetta, che non si può permettere di definire schifoso il cinema italiano. Si dovrebbe vergognare, soprattutto perché il suo era un attacco strumentale per colpire la parte politica avversa".
Grande assente della serata è stato invece Giuseppe Tornatore, già carico di premi dopo le serate dei David di Donatello e dei Nastri d'argento.

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