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Il cinema ritrovato a Bologna

Uno sguardo al passato dal 30 giugno al 7 luglio.
di Matteo Treleani

Festival bolognese dedicato al passato

venerdì 29 giugno 2007 - News

Festival bolognese dedicato al passato
Le sere d'estate Bologna vive un fenomeno straordinario. Migliaia di persone affollano piazza Maggiore per assistere alle proiezioni del festival "Il Cinema Ritrovato" (quest'anno dal 30 giugno al 7 luglio). Domenica, per esempio, lo straordinario Mariti ciechi (1919) di Erich von Stroheim, muto con accompagnamento al piano dal vivo di Neil Brand, verrà presentato in piazza e i bolognesi non mancheranno l'avvenimento. Sarà anche solo la volontà di stare all'aperto, ma ciò che questa manifestazione dimostra è un ritrovato amore per la storia del cinema.
Si tratta di un festival in "totale controtendenza" nelle parole del direttore della Cineteca di Bologna, Gianluca Farinelli. Il suo dedicarsi al passato, e spesso alle origini del cinema, l'ha reso noto in tutto il mondo imponendosi come una delle rare manifestazioni di successo interamente dedicate alla storia della settima arte.
Se d'altronde, negli anni '60, secondo il presidente della Cineteca Giuseppe Bertolucci, si era formata quella categoria di spettatori e amanti del cinema, i cinéphiles, che s'interessavano ai film loro contemporanei, ora se ne dovrebbe individuare un'altra, i cinéphiles della storia del cinema.
Oltre 220 pellicole saranno proiettate tra le due splendide sale della cineteca, il cinema Arlecchino, piazza Maggiore e persino il Teatro Comunale, dove opere come Il Monello (1921) e Tempi moderni (1936) di Chaplin, saranno accompagnati dall'orchestra del Comunale che ne eseguirà la partitura. Proprio la Chapliniana è l'evento di questa ventunesima edizione. In occasione del trentennale della morte del grande Charlot, la Cineteca ha organizzato una serie di mostre e proiezioni. Da otto anni a Bologna si restaurano le sue opere e questa manifestazione, oltre a rispettare una scadenza importante, vuole rendere omaggio a un rapporto esclusivo.

Melodrammi e restauri
Il Cinema Ritrovato si aprirà con l'omaggio a un altro grande autore di cui ricorre il trentennale della morte, Roberto Rossellini. A inaugurare il festival, sabato 30, il suo documentario testamento sulla costruzione del centro d'arte contemporanea di Parigi, il centro Pompidou (Le centre Georges Pompidou, 1977), straordinario film muto, coi soli suoni dal vivo delle riprese. Lo presenterà Jacques Grandclaude, produttore del film.
Altro omaggio di grande importanza sarà quello dedicato a Micheal Curtiz, il grande regista di Casablanca, di cui verranno proiettate opere quasi mai viste, dagli ultimi muti americani ai primi film sonori. La rassegna sul melodramma intende poi mettere in rilievo un genere che spesso cade nel dimenticatoio. Uno sguardo privilegiato sarà rivolto a Raffaello Matarazzo, l'indiscusso maestro del melò italiano. Tra la grande quantità di rassegne, da citare la retrospettiva sul 1907, anno in cui forse storicamente non è successo niente, ma in cui il cinema diventa un'industria e viene fruito da un pubblico internazionale. La rivoluzione di cent'anni fa era stata operata dalla Pathé, che passa dalla vendita delle bobine alla distribuzione, consentendo di vedere gli stessi film in tutto il mondo.
Tra le pellicole restaurate dal laboratorio della cineteca "L'immagine ritrovata" si vedranno Maciste imperatore (1924) di Guido Brignone e L'inferno (1911) di Padovan e Bertolini, traduzione cinematografica del primo cantico della "Commedia" di Dante. Altro film restaurato è la straordinaria incursione nel western di Laurel e Hardy (alias Stanlio e Ollio), Way out west (1937) di James W. Horne, dove i due comici si ritrovano in uno scenario a loro estraneo con esiti esilaranti. Ma anche alcuni grandi classici come L'armée des ombres (1969) di Jean-Pierre Melville, Faces (1968) di John Cassavetes e Il dottor Stranamore (1963) di Kubrick che sarà proiettato in piazza Maggiore. Naturalmente non mancano i nuovi film restaurati nell'ambito del progetto Chaplin: The idle class (1921), The pawnshop (1916) e The rink (1916), tre corti di grande impatto. E ancora, la retrospettiva su Asta Nielsen famosa attrice dell'epoca del muto, interprete di film drammatici danesi o tedeschi, che sollevava temi quali il pathos sessuale, il dramma della passione o il conflitto di genere. I suoi film sono stati ingiustamente dimenticati. Non mancheranno grandi ospiti, da Christopher e Micheal Chaplin, i figli di Charles, venuti a rendere omaggio alla particolare relazione che lega Bologna alla famiglia Chaplin, a Ben Gazzara. Da sabato 30 giugno, dunque, Bologna sarà il palcoscenico della storia della settima arte, dai grandi classici alle riscoperte della Cineteca. Se in altre grandi piazze, in altre città, si fa il Festivalbar, in piazza Maggiore si guardano i capolavori del cinema.

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