Advertisement
Hostel 2, Eli Roth e la sua venerazione per Edwige Fenech

Torna sugli schermi l'indimenticata professoressa del cinema italiano. L'abbiamo incontrata insieme al regista di Hostel: Part II.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

Hostel 2

lunedì 18 giugno 2007 - Incontri

Hostel 2
Se ne parlava già da tempo, di un possibile cameo di Edwige Fenech nel sequel di Hostel, il film che ha fatto in(h)orridire milioni di spettatori in tutto il mondo. Finalmente il conto alla rovescia sta raggiungendo l'ora zero, quando cioè il prossimo venerdì 22 giugno Hostel: Part II arriverà sugli schermi italiani. Tutti si saranno chiesti quale ruolo ha ritagliato Eli Roth alla bella attrice di origini algerine, e possiamo anticiparvi che i suoi ammiratori non rimarranno delusi. Abbiamo incontrato Roth e la Fenech in occasione dell'anteprima alla stampa dell'attesissimo horror prodotto da Quentin Tarantino e ci siamo fatti raccontare come è nata l'idea del cameo, scoprendo così che il giovane regista ha una passione folle e una sorta di venerazione per la bella attrice.

Come è nato il ruolo della Fenech?
Quando ci siamo incontrati a Roma, e siamo andati a pranzo insieme le ho subito detto quanto avessi apprezzato i suoi film, e ci siamo trovati a parlare della nostra passione per il cinema. Sapevo che ormai si occupava di produzione e distribuzione cinematografica e che non l'avrei mai potuta avere per un ruolo più importante. Così ho scritto quella parte appositamente per lei sapendo che avrei potuto girare la scena in un solo giorno. Volevo proprio che lei interpretasse il ruolo della professoressa anche perché la sua parte è stata girata il primo giorno di riprese, l'11 settembre 2006, e in un certo senso la sua performance ha stabilito il tono di quelle che sarebbero state le riprese nelle giornate successive. Ed era esattamente quello che volevo. Inoltre mi è sempre piaciuta moltissimo in questi ruoli in cui esercita una professione, come la professoressa, l'insegnante d'inglese, la dottoressa, la poliziotta…

Quali sono i film della Fenech che ha apprezzato di più?
Ci sono così tanti film incredibili che ha fatto che mi resta difficile menzionarne solo uno. Ricordo quando ho visto per la prima volta la sua performance nello Strano vizio della signora Wardh, mi ha colpito per il fatto che non fosse soltanto molto bella ma che riuscisse a interpretare il suo ruolo su più livelli, presentando una vasta gamma di sfaccettature del personaggio. Poi l'ho vista anche recitare in commedie, ed è sempre stata molto convincente di fronte a qualunque genere cinematografico, una cosa davvero rara per un'attrice. Non mi viene in mente nessun'altra attrice, sicuramente non in America, che ha la capacità di esprimersi in così tanti generi.

Cosa ne pensa? E cosa l'ha convinta a tornare a recitare dopo tutti questi anni?
Se tutti i critici fossero così (ride, compiaciuta delle parole del regista, NdR). Per questo ho accettato il cameo che mi ha offerto in Hostel: Part II! Posso soltanto dire che ha ragione. Mi sono divertita come una pazza, quando giravamo mi diceva delle cose meravigliose, mi urlava "sei fantastica!". Mi sono sentita molto bene sul set, in fondo tornavo a interpretare dopo anni un ruolo che conoscevo bene, quello della professoressa. È stato un atto d'amore di Eli e di Quentin Tarantino. Gli sono molto grata e mi ha stupito il fatto che un ragazzo così giovane conoscesse tutta la mia filmografia. Nel caso di Quentin, lui è più grande, oltretutto lavorava in un negozio di noleggio di videocassette ed è più facile che mi conosca, ma Eli è così giovane. Mi sono sentita molto lusingata.

Che rapporto ha con il genere horror? E cosa pensa della recente affermazione di Tarantino sul cinema italiano?
È un genere che ho sempre amato anche se devo ammettere che non riesco a guardare le scene cruente, splatter. Mi è piaciuto molto Dal tramonto all'alba, soprattutto per la vena umoristica. In quanto alla battuta di Tarantino, credo sia stata mal interpretata. Credo che, da grande conoscitore del cinema italiano, abbia il rammarico che oggi in Italia non si producono più tanti film come in passato. Bisogna però anche considerare che all'estero i nostri film non vengono veicolati con facilità, quindi l'immagine del nostro cinema per chi osserva da un altro paese può essere quella di un cinema in difficoltà.

C'è un messaggio politico nel film?
Sì e se amo gli horror degli anni '70 è perché contengono tutti un messaggio politico. In Hostel ho cercato di affrontare il lato oscuro del capitalismo. Odio profondamente George W. Bush e ho voluto in qualche modo esprimere quello che penso, ad esempio, delle compagnie petrolifere che si stanno arricchendo sulla pelle degli americani. Come la grande azienda che in Hostel si arricchisce sulla pelle delle persone. Il messaggio del film è che chi ha più soldi degli altri decide chi vive e chi muore. In America ormai la gente è ossessionata dal denaro e dal potere e allo stesso modo i protagonisti del film bramano solo di esercitare il potere sulle altre persone. Per questo, a differenza del primo Hostel, ora i ragazzini di strada chiedono i soldi, sono dei piccoli capitalisti anche loro. Hanno imparato che la violenza va bene, fin quando ci guadagni. Ed è quello che succede in America: va bene anche uccidere, a patto che questo ti faccia guadagnare dei soldi.

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati