martedì 13 marzo 2007 - Celebrities
Il suo cognome si pronuncia vais, che in inglese è un suono molto simile a vice, vizio. A pensarlo di una bella e intensa come
Rachel Weisz c'è da star male. Se poi uniamo al vizio, il talento, l'accoppiata può essere francamente sconvolgente. Ora che nelle sale arriva
The fountain – L'albero della vita, la bella Rachel torna a far parlare di sé. Girato, infatti, dal marito
Darren Aronofsky, il film è l'occasione per un viaggio nella carriera di questa 36nne impenitente, a cui piace spaziare dalla commedia avventurosa de
La Mummia fino all'impegno del personaggio che le ha regalato l'Oscar, la Tessa di
The Constant Gardener.
L'invidia del mio migliore amico
Forse un giorno, il film di
Barry Levinson sarà rivalutato come merita: una commedia che vive su toni smorzati e che per gustarla appieno va interpretata lontano da quelli che sono gli standard dei tre protagonisti. Infatti, la nostra Rachel è la moglie di
Ben Stiller, qui alle prese con un oscuro impiegato assicurativo che si confronta con il successo del suo amico,
Jack Black, anche lui lontano anni luce dai voli interpretativi di
School of Rock. La
Weisz mostra un discreto talento mimico per la commedia, una polivalenza che pochi attori sanno valorizzare.
L'albero della vita
Rachel sostiene che è sexy lavorare con suo marito. Non abbiamo dubbi in merito. Resta da capire se sia buono per la sua carriera. Tant'è che il film di
Aronofsky ha raccolto giudizi e critiche contrastanti e a volte devastanti. È una storia d'amore che va al di là della categoria del tempo, con un uomo,
Hugh Jackman, che si batte per la salvezza della sua amata. Lei, l'amata, è proprio la nostra Rachel, che forse è un po' rigida ma che comunque riempie lo schermo. Probabilmente è ciò che voleva da lei il sexy – marito – regista, e tanto basta.
About Rachel
È l'ennesimo film tratto da un libro di Nick Hornby. Abbandonate le pulsioni sportive di
Febbre a 90°, in
About a boy siamo di fronte a una generazione di splendidi quarantenni che non sanno cosa fare della propria vita. Rachel è un architetto, ha un figlio e si innamora, con un tragitto abbastanza tortuoso, di
Hugh Grant, fannullone che vive dei diritti d'autore dell'unica canzone di successo scritta dal padre. Diretto dai quasi omonimi di Rachel,
Paul e
Chris Weitz,
About a Boy esalta la capacità della
Weisz di muoversi su differenti piani interpretativi, esaltando le sue doti da commedia ma toccando anche corde più delicate.
Constantine
È la quintessenza delle doti di
Rachel Weisz. Nel fantathriller di
Francis Lawrence, tratto da un celebre fumetto e con
Keanu Reeves nel ruolo del titolo, la nostra eroina è un ispettore di polizia che indaga sul presunto suicidio della sorella. Scopre un mondo in cui inferno e paradiso si combattono sulla Terra, e in cui demoni e angeli si mescolano alla gente comune. Dopo la divertente bibliotecaria avventurosa de
La Mummia, il dolce architetto in carriera di
About a Boy e la donna assetata di giustizia de
La giuria,
Constantine è un altro pezzo di una carriera vissuta cercando di seminare interpretazioni, nella convinzione di raccogliere prima o poi qualcosa.
The Constant Gardener
Infatti, il tempio della raccolta arriva con
Fernando Meirelles e la storia del giardiniere – diplomatico che indaga sulla morte della moglie. Rachel è proprio l'oggetto di tante attenzioni. La gavetta tra commedia, thriller e horror paga. Qui è un'attivista dei diritti umani, disposta a tutto per scoperchiare una sordida storia di affari giocati sulla pelle di donne e bambini africani: dà stilettate dialettiche ai suoi avversari sfoderando un sorriso indifeso, e gioca alla moglie infedele restando nei margini di un amore intenso per il proprio marito. Una bella prova e un Oscar francamente meritato.