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Katsuhiro Ôtomo

Katsuhiro Ôtomo. Data di nascita 14 aprile 1954 a Miyagi (Giappone). Katsuhiro Ôtomo ha oggi 70 anni ed è del segno zodiacale Ariete.

Il maestro di manga e anime giapponesi

A cura di Annalice Furfari

Disegnatore, fumettista, sceneggiatore e regista, il giapponese Katsuhiro Otomo è uno dei più grandi talenti del manga e delle anime nipponiche. Trame complesse, architetture e scenografie maestose, scenari apocalittici e risvolti filosofici contraddistinguono le sue opere più note, su cui svetta il capolavoro Akira.

Gli esordi nel mondo del fumetto giapponese
Katsuhiro Otomo nasce ad Hasama, nella prefettura di Miyagi, il 14 aprile 1954. Già durante il liceo inizia a coltivare le sue grandi passioni: i fumetti e il cinema. È talmente affascinato dai film sul grande schermo che spesso affronta lunghi viaggi in treno, durante le vacanze, per andare al cinema. Finita la scuola superiore, decide di trasferirsi a Tokyo per cercare lavoro come disegnatore e sceneggiatore di manga. Nel 1973 firma il suo primo contratto per una serie di brevi strip da pubblicare settimanalmente sulla rivista Action. Ne seguiranno diverse altre. L'anno successivo firma, sempre su Action, "Boogie Woogie Waltz 1", una raccolta di storie brevi che raccontano la realtà urbana di una Tokyo sempre più caotica e convulsa, tra abuso di droghe, musica rock, violenze, sesso e brutali omicidi. Nel 1978 disegna e pubblica sulla rivista Young Comic un'originale parodia della fiaba "Hansel e Gretel" dei fratelli Grimm. Inaugura così una serie di parodie di favole occidentali classiche, da "Il Mago di Oz" a "Biancaneve", da "I tre porcellini" a "Robinson Crusoe". Nelle storie a disegni firmate da Otomo appare evidente la sua passione per il cinema, soprattutto quello americano. Nel 1979 il disegnatore nipponico crea la sua prima opera di fantascienza, "Fireball". Anche se il manga non è mai stato completato, è considerato una pietra miliare nella carriera di Otomo. Contiene, infatti, molti dei temi e degli stilemi (efficace semplicità nei volti, pulizia del tratto, dettagliate e monumentali architetture, ritmo narrativo incalzante, attenzione alle tecnologie, poteri telecinetici, esplosioni atomiche) che l'autore avrebbe sviluppato nei fumetti successivi, a partire da "Domu", ultimato nel 1982 e premiato con il Science Fiction Grand Prix Award, primo manga a essere insignito di un simile riconoscimento.

Il debutto nell'animazione e la consacrazione mondiale con Akira
Già dalla fine degli anni Settanta, Otomo si accosta al cinema di animazione come sceneggiatore e nel 1982 è regista, sceneggiatore e produttore di Give Me a Gun Give Me Freedom. Nel 1983 lavora come designer dei personaggi del film di anime Genma Taisen (Harmagedon - La guerra contro Genma), diretto da Rin Taro. Nello stesso anno Otomo inizia a lavorare su un manga che sarebbe diventato la sua opera più acclamata e famosa: "Akira". Il fumettista impiega diversi anni per completare questo manga: un lavoro culminato in 2000 pagine di opere d'arte. Inizialmente Otomo desiderava terminare "Fireball", che era rimasto incompleto. Trascorsi anni nel tentativo di riprendere e concludere la storia, il maestro dei manga giunge alla consapevolezza di doverlo scrivere da capo, approfondendo ciò che era stato solamente accennato. È così che nasce "Akira", il suo capolavoro: 2200 tavole su una viva e pulsante Neo-Tokyo del 2019, costruita sulle rovine della precedente Tokyo, semidistrutta da un'esplosione atomica. Nella città, dominata dal caos postbellico, si muove il giovane biker Shotaro Kaneda. Tra guerre animate da bande di motociclisti dediti al saccheggio, gruppi di terroristi e ribelli, le masse, plagiate dai capi di fanatiche sette religiose, attendono la seconda venuta del leggendario Akira. È in questo clima convulso che Shotaro e il suo migliore amico incontrano un bambino misterioso tra le rovine situate nell'epicentro della vecchia esplosione, lasciate intatte al centro della città. I personaggi profondi e memorabili, il ritmo narrativo teso e incalzante e il notevole impatto visivo dell'opera, destinata a influenzare centinaia di artisti nipponici e non, saranno trasferiti con altrettanto successo nel lungometraggio di animazione tratto dal fumetto e diretto dallo stesso Otomo. Akira esce in sala nel 1988, con una sceneggiatura scritta a quattro mani insieme a Izo Hashimoto. Servendosi di un'agguerrita squadra di tecnici, tra cui lo scenografo Toshiharu Mizutano e la pirotecnica fotografia di Katsuji Misawa, Otomo consegue, per il suo primo lungometraggio di animazione violenta e catastrofica per adulti, un risultato impressionante che suggerisce una bizzarra miscela espressionista di 2001: Odissea nello spazio, I guerrieri della notte, Blade Runner e Il pianeta proibito. Diventato un nuovo punto di riferimento in termini di realizzazione e tecnologia nel campo dell'animazione nipponica, Akira dà un contributo fondamentale all'affermazione delle anime sulla scena cinematografica mondiale, come testimoniato anche dalla rilevante quantità di merchandising, artbooks e materiale a tema in seguito alla sua uscita, sulla scia del culto generato prima dal manga e poi dal film.

Al centro dell'animazione nipponica
La divertente storia di mafia, paranormale e convivenza interrazziale di World Apartment Horror (1991) segna il debutto del regista al cinema con attori dal vivo. Questo live-action è tratto dal suo manga omonimo, realizzato nello stesso anno in collaborazione con Satoshi Kon e Keiko Nobumoto. Sempre nel 1991 Otomo scrive l'anime Roujin Z, diretto da Hiroyuki Kitakubo e di cui poi è stato realizzato anche il manga, storia di un vecchio invalido scelto come cavia per un inedito esperimento scientifico. Concentrando sempre di più la sua attività sul mondo delle anime, Otomo lavora come sceneggiatore, soggettista e supervisore di alcune delle produzioni più innovative dell'animazione nipponica contemporanea. Nel 1995 supervisiona il film di animazione a episodi Memories, di cui dirige il terzo episodio intitolato "Taihô no Machi". Tra il 1996 e il 2002 partecipa da dietro le quinte a diverse opere di animazione, come Metropolis, diretto da Rin Taro, del quale scrive la sceneggiatura. Rubando il titolo al capolavoro di Fritz Lang e ispirandosi al manga di Osamu Tezuka, questo film - che si distingue per complessità della trama ed estrema fantasiosità delle scenografie - racconta una vicenda che si svolge in una gigantesca e futuristica città-stato, in cui gli uomini dominano su robot e androidi ridotti in schiavitù e costretti a vivere nei livelli inferiori dal terribile Duca Red, che aspira al potere totale.

Steamboy e i progetti successivi
Nel 2004 esce nelle sale Steamboy, secondo lungometraggio animato diretto da Otomo. Una produzione colossale - 22 milioni di dollari - per un cartone giapponese record d'incassi in patria, ma deludente secondo la critica (soprattutto quella statunitense) e per una parte dei fan del regista, che lamentano una mancanza di complessità dell'opera rispetto ad Akira. Ambientato nell'Inghilterra vittoriana, questo film racconta tre generazioni di scienziati, padre, figlio e nonno, che lottano tra loro per un'invenzione in grado di distruggere l'umanità, bramata da una multinazionale senza scrupoli. Ancora una volta si distinguono i temi e i toni apocalittici, il ritmo delle numerose scene d'azione e la realizzazione di architetture e scenografie estremamente complesse e maestose.
Nel 2006 Otomo dirige il film live-action Mushi-shi, tratto da un celebre manga fantasy di Yuki Urushibara. Ambientato in Giappone durante l'era della modernizzazione, nelle aree montane e rurali che recano ancora i segni del passato medievale, Mushi-shi si distingue per la cura e la ricerca della forma e gli intenti poetico-filosofici del discorso metaforico portato avanti dal regista, ma non riscuote grande successo. Mentre lavora come designer e sceneggiatore di anime dirette da altri, Otomo sposa il progetto, come produttore esecutivo, di un live-action in due parti, non ancora ultimato, tratto dal suo più grande successo, quell'Akira che nel 2013 è uscito nuovamente al cinema.

Ultimi film

Avventura, (Giappone - 2006), 131 min.
Animazione, (Giappone - 2004), 126 min.
Eventi, Animazione - (Giappone - 1987), 124 min.
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