Giornalista e critico cinematografico alla Rai, tentò anche l'approccio al cinema, collaborando nel dopoguerra a un paio di sceneggiature d'un certo rilievo per i film L'Ebreo errante del 1948, con la regia di Goffredo Alessandrini, e In nome della legge del 1949, con la regia di Pietro Germi.