Prima ancora che i telefilm fossero argomento da salotto, quando guardarli era un sem plice passatempo senza pretese intellettual-chic, Joel Surnow, il papà di 1, scriveva Miami Vice e s'inventava The Equalizer (Un giustiziere a New York), gettando così le basi per le serie sofisticate che oggi influenzano e seducono quanto il cinema d'autore tanto che i cameramen di Spielberg e Scorsese sono stati spediti a Los Angeles, sul set del Ctu, ovvero l'unità antiterrorismo quartier generale di Jack Rauer, eroe di 24: «Per capire come usiamo le telecamere che nel telefilm sono sempre in movimento. Possiamo ben dirlo: abbiamo creato un linguaggio nuovo». Alla Festa del cinema di Roma dove Fox (che ora sta rimettendo in onda la prima serie) e Sky lo hanno omaggiato con un incontro, il linguaggio di 24 viene addirittura paragonato a quello del cinema di Hitchcock.
Quando incontri Joel Surnow capisci subito di avere a che fare con un tipico «maschio alpha» provvisto di sense of humour. Al contrario di Kiefer Sutherland, non si attacca alla bottiglia, ed è un repubblicano dichiarato, pur venendo da una famiglia di ebrei democratici; arrivato alla tv dopo aver frequentato la mitica scuola di cinema Ucla, scherzando, dice che «a Hollywood è più facile dichiararsi gay che repubblicani. I conservatori sono i nuovi oppressi. Se non avessi successo, l'establishment non sarebbe carino con me».
Se lo ricorda il giorno in cui ha pensato al format di 24?
Ero in bagno e avevo appena fatto la doccia e no cominciato a pensare al,numero 24. Volevo fare ma serie girata in tempo reale: se potevo girare 24episodi in una sola stagione, potevo costruire l'intera stagione raccontando un giorno solo. Jack Bauer, il terrorismo, ancora non ce'erano.
E poi? Com'è venuto il resto?br> Poi mi sono seduto ad un tavolo con Bob Crochran e abbiamo capito che il format doveva essere basato sul concetto della corsa contro il tempo. Ogni ora che avanza immaginare il peggio e cercare di fermarlo: in questo modo, ci si siamo detti, è il tempo che genera la paura e anche il dramma.
Po, anche se l'11 settembre è arrivato dopo, l'incubo del terrorismo e diventato centrate in 24. Qualcuno ha detto che il telefilm è di destra.
24esprime le paure di oggi. Il nostro punto di vista è semplice: ci sono i buoni e i cattivi: e che ora ad affermare che loro sono i cattivi si è subito considerati di destra. Un tempo questo atteggiamento sarebbe stato classificato solo come patriottico.
Visto l'uso della tortura nel telefilm è un patriottismo pericoloso. Non la preoccupano le involontarie conseguenze che può avere sul pubblico?
Un criminale non ha bisogno di un film per far qualcosa che ha già dentro. Sarebbe come dire Love story fa innamorare le persone....
Comunque 24è amato a destra e a sinistra.
«Barbara Streisand, che è liberal, ha chiamato il mio ufficio per chiedere un dvd perché aveva perso la messa in onda. È anche il telefilm preferito da Bill Clinton.
Che lei non stima troppo.
Ma preferisco lui a Hillary.
A proposito di presidenti futuri in 24ha immaginato un presidente di colore. Oggi corrono Obama e la Clinton. Profezia o botta di fortuna?
Potrei dirle profezia, ma penso sia semplice fortuna.
Sutherland si è dichiarato contro la tortura. E lei?
Nel contesto del telefilm i mezzi di Bauer sono gli unici disponibili. La domanda che sta alla base di 24è proprio questa: quanto lontano puoi spingerti per fare in modo che cose orribili non succedano?».
Ma il film si fa o no?
«No, fino a che la serie non è finita no: l'operazione fatta con X-Files ha danneggiato tutta la serie...
Da Il Venerdì di Repubblica, 9 novembre 2007