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Massimo Venier

Massimo Venier è un regista, scrittore, sceneggiatore, è nato il 26 marzo 1967 a Varese (Italia). Massimo Venier ha oggi 57 anni ed è del segno zodiacale Ariete.

Il quarto di Aldo, Giovanni e Giacomo

A cura di Fabio Secchi Frau

Sceneggiatore e regista italiano, Massimo Venier è conosciuto come il regista del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo con i quali collabora strettamente fin dal loro passaggio dal piccolo al grande schermo, partecipando alla scrittura e alla direzione dei loro film, che incontrano spesso il successo al box office.

Gli inizi con la Gialappa's band
Nato a Varese nel 1967, comincia a lavorare nel mondo dello spettacolo come collaboratore della Gialappa's Band, trio comico radiofonico che ha conosciuto quando lavorava a Radio Popolare e con il quale ha ideato e scritto il programma televisivo "Mai dire Gol" (1990-1997).

Il sodalizio artistico con Aldo, Giovanni e Giacomo
Proprio grazie a questo programma, ha occasione di collaborare anche con un altro trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo (composto da Aldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomo Poretti), diventando loro autore teatrale in "Tel chi el telùn" e "Potevo rimanere offeso!", senza chiaramente lasciarsi scappare ogni occasione di una possibile loro collaborazione anche a livello televisivo. Quando poi il trio si sposterà al cinema, rimarrà accanto a loro, stringendo un fruttuoso rapporto artistico, che porterà alla nascita di alcuni cult della commedia italiana, principalmente natalizia.
Il film di debutto è Tre uomini e una gamba (1997), storia di tre futuri cognati che devono intraprendere un viaggio on the road per portare un'opera d'arte (una gamba di legno di uno scultore americano) da Milano alla Gallipoli per ordine dei volgari e arricchiti suoceri, interpretati dai sempre ottimi Carlo Croccolo e Maria Pia Casilio. Purtroppo, durante il viaggio, avvengono incidenti, soste impreviste e nuovi incontri (Marina Massironi, attrice da tempo strettamente legata al trio) che cambieranno definitivamente la vita dei tre.
Venier partecipa alla stesura del soggetto e dello script assieme al trio, Giorgio Gherarducci (uno dei membri della Gialappa's Band) e a Lucio Martignoni e dirige un film che è subito campione d'incassi, sbaragliando una concorrenza fatta di pellicole sostenute da una comicità volgarissima. La comicità di Venier, così come quella del trio, è proprio basata su un impianto che permette loro di ironizzare sulle volgarità contemporenee, senza il necessariamente usarle, nel tentativo di sopraevelevarsi attraverso strade e sistemi diversi, come le malinconiche ironie che sembrano incontrare il piacere del pubblico nazional televisivo popolare, regalando momenti di spensieratezza quasi adolescenziale e nostalgica. L'immaturità dei tre normalissimi protagonisti è, difatti, il primo main theme dei film di Venier, utilissima perché permette di sfumare le storie raccontate con un accesso privilegiato alla surrealtà. Difetta solo la regia in quest'opera di debutto, purtroppo abbastanza elementare, ma non scadente, votata ad appoggiare totalmente i tre interpreti e i loro vivaci e originali guizzi. Un lavoro che gli vale la candidatura ai David di Donatello come miglior regista esordite (vinto però da Roberta Torre e dal suo musical Tano da morire).
Replicheranno il successo con il piacevole Così è la vita (1998), su un evaso che coinvolge nella sua rocambolesca fuga un poliziotto e un innocente inventore di giocattoli. Ancora una volta, un on the road, ma con l'aggiunta di Antonio Catania alla presenza della sempreverde Massironi e quella del duo di autori comici Gino e Michele e di Graziano Ferrari alla sceneggiatura. Tra citazioni a Jerry Lewis e qualche fisolofica battuta in più, si vola in alto, lontano anche dai difetti causati da un'eccessiva lentezza e da una non apprezzabile prevedibilità. La critica, però, non è ancora convinta del tutto e sottolinea il peso dei tormentoni televisivi e teatrali nella struttura della risata. A parer loro, non ci dovrebbero essere perché il film del trio è materia distaccata e nuova rispetto ai contenuti delle altre due dimensioni e, forse, è proprio per questo che Così è la vita non trova quell'uniformità narrativa cui tende, ma si presenta come una sequenza di gag che, ad ogni modo, li premia al box office.
Arriva poi Chiedimi se sono felice (2000), forse il loro miglior film. Tre sfortunati coinquilini nella Milano del Duemila devono fare i conti con le loro aspirazioni teatrali, con la loro amicizia e con amori che li mettono gli uni contro gli altri. Più accurato nella regia e disposto su piani temporali paralleli, Chiedimi se sono felice rimette in moto una comicità pulita e galante, facendo definitivamente centro. Si è di fronte al trionfo meritato e non scontato, che mette finalmente d'accordo critica e pubblico, capaci di ridere all'unisono nella stessa sala cinematografica.
Due anni più tardi, La leggenda di Al, John e Jack li porta invece al primo risultato che fa poca presa sugli spettatori, ma non sulla critica. Ambientato nella New York degli Anni Cinquanta, coi tre che vestono i panni di tre pessimi sicari della mafia, è ammirato per il coraggio sofisticato e la scelta di un nuovo genere da usare per domare il loro tipo di comicità, che qui strizza l'occhio alla classicità americana di Stanlio e Ollio e dei Fratelli Marx, rilevati attraverso un sapiente uso di un repertorio di botte e risposte molto incisivo.
Nel 2004, sarà Paola Cortellesi il perno narrativo della loro nuova opera: Tu la conosci Claudia?. Parte tutto da una moglie insoddisfatta che si concede scappatelle con ben due uomini diversi e che, chiaramente, daranno luogo a una segue di sketch, adattissimi a mantenere in piedi la commedia, svecchiata e raffinata proprio dalla buona e fida regia di Venier. Quest'ultimo, orgogliosamente, si gusta nella direzione di tre icone: una delle più grandi interpreti del teatro italiano, Ottavia Piccolo (qui nella parte della psicanalista); la sempre seriosa Sandra Ceccarelli, rapita dal genere drammatico e portata nella leggerezza assoluta; e la star europea e almodovariana Rossy De Palma. Tre donne trasformate in portatrici di esilaranti e rivitalizzanti sberleffi verso i quattro protagonisti. Inoltre, Venier fa propri i temi visivi e narrativi del tradimento, contenuti e rubati da certi titoli d'autore, e li ripropone in una chiave popolare e strepitosamente accattivante, seppur con qualche difetto di scontatezza che non convince del tutto.
Ma anche le storie più belle sembrano finire. La commedia natalizia entra in crisi, sia quella che ha investito di milioni i cinepanettoni, sia quella più garbata di Aldo, Giovanni e Giacomo e di Venier. C'è la necessità di fermarsi e di prendersi una lunghissima paura artistica.
Passano così sedici anni, prima che i quattro si ritrovino a lavorare ancora una volta sul set con Odio l'estate (2020), che segna il loro ritorno sui grandi schermi e una nomination ai Nastri d'argento per la miglior commedia (strappata da Figli di Giuseppe Bonito). Giocando su una stessa casa al mare che viene affittata a tre famiglie diverse nelle stesse settimane di ferie estive, si ride di nuovo e di gusto, per le ostilità e le frecciatine del trio, sghignazzando per le trovate di Venier che li porteranno in sordina a buonissimi risultati al box office, anche se sono lontanissimi i tempi dei grandi numeri legati ai loro primi tre film.
Spinti a proseguire, nel 2002, uscirà Il grande giorno, dove il sodale Venier è affiancato da Davide Lantieri e Massimo Pellegrini nella narrazione di un incontro scontroso tra tre consuoceri: due padri biologici e il compagno della ex moglie di uno di loro.

I lavori con Ale e Franz
Venier, già a metà del 2006, diventa una garanzia per tutti quei comici che, dalla televisione, sperano di potersi trasferire al cinema. Usufruiscono della sua professionalità anche il tuo comido Ale e Franz, composto da Alessandro Besentini e Francesco Villa, che dal palcoscenico televisivo di "Zelig" vengono accompagnati nella scrittura e nella direzione di Mi fido di te (2007). Le truffe di un piccolo criminale di strada e di un ex manager di una multinazione raddrizzano il fiasco del precedente film del duo La terza stella, andando incontro a un buonissimo risultato, ma soprattutto abbracciando una comicità più autenticamente legata al mezzo cinematografico e indipendente dai giochi di parole sfruttati catodicamente. Praticamente, una resurrezione. In alcune parti, i due vengono paragonati alla spontaneità precisissima e caustica del sottile Walter Chiari.
La collaborazione è così soddisfacente, che Venier firmerà con loro anche la prima edizione del programma di improvvisazione comica "Buona la prima!".

Altri film
Coraggiosissimo Generazione 1000 euro (2009), commedia amara sui ricercatori trentenni che prendono pugni allo stomaco a causa dell'eterno spettro del precariato italiano. La vita di un brillante matematico sconvolta dall'arrivo di una nuova coinquilina e di una nuova ragazza, con prospettive lavorative migliori delle sue, permetteranno a Venier e a Federica Pontremoli di parlare con efficacia della società contemporanea, senza calcare sugli stereotipi e puntando su ambiziose qualità originali, ottenute anche grazie alla direzione di un cast, che comprendeva il mostro della risata Paolo Villaggio, il protagonista Alessandro Tiberi, Francesco Mandelli, Carolina Crescentini e Valentina Lodovini. C'è una candidatura ai Nastri d'argento per la migliore commedia, che però va a Ex di Fausto Brizzi.
Trasporrà poi sul grande schermo il romanzo omonimo di Fabio Volo Il giorno in più, con lo stesso Volo e Isabella Ragonese come protagonisti nei rispettivi panni di un ragazzo che si innamora di una ragazza che vede sempre in tram prima di andare a lavoro. Con l'impianto di una romcom americana, il film è piacevole, spiritoso, ma prevedibile. Gradevoli anche le presenza della comica Luciana Littizzetto, della veterana Stefania Sandrelli e dei bravi Camilla Filippi e Pietro Ragusa.
Meno riuscito il remake di Il vedovo (1959) di Dino Risi. Venier con Aspirante vedovo, nel 2013, non riesce a replicare come vorrebbe lo stizzito odio della coppia Alberto Sordi-Franca Valeri sostituendoli con Fabio De Luigi-Luciana Littizzetto. Qualcuno urla all'atto sacrilego, a una blasfemia che non riesce nemmeno a far ridere. Forse per effetto del déjà vu, dello scontato prototipo di mariti e mogli cui il cinema italiano ci ha abituato in tutti questi anni, forse perché Venier manca della geniale perfidia e di quel sano cinismo che le commedie risiane contenevano al loro interno. Le sue pellicole, in effetti, sono privi di quella malvagità pungente che certe trame richiedono e non è servita, purtroppo, neanche la presenza di altri brillanti autori del cinema italiano, come il collega già citato Pellegrini e Ugo Chiti e Piero Guerrera.

Ritorno in tv
Lasciato temporaneamente il cinema, nel 2015, Massimo Venier è tornato alla televisione come Capo Progetto della trasmissione "Quelli che il calcio", dove rimane per quattro stagioni. C'è da ricordare che è stato collaboratore di "Smemoranda" e della rivista DIRE FARE BACIARE dal 1994 al 1995.

Ultimi film

Commedia, (Italia - 2022), 90 min.
Commedia, (Italia - 2020), 110 min.
Commedia, (Italia - 2013), 84 min.
Commedia, (Italia - 2011), 112 min.
Commedia, (Italia - 2008), 101 min.
Commedia, (Italia - 2006), 100 min.
Comico, (Italia - 1998), 105 min.
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