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John Carpenter

John Carpenter (John Howard Carpenter) è un attore statunitense, regista, produttore, produttore esecutivo, scrittore, sceneggiatore, montatore, musicista, è nato il 16 gennaio 1948 a Carthage, New York (USA). John Carpenter ha oggi 76 anni ed è del segno zodiacale Capricorno.

Chiamatelo comunque Maestro

A cura di Fabio Secchi Frau

È un panorama "oscuro" e più evoluto di quanto forse fosse lecito aspettarsi quello che emerge dalla sua filmografia così ben analizzata in Europa, in tutte le sue componenti fantastiche e le tematiche horror estreme.
Se infatti gli Usa lo considerano un buono a nulla (e si sbagliano), più popolare (e quindi più amato) è il risultato che ottiene nel buon vecchio continente (Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna), come autore di indimenticabili trasposizioni di romanzi di Stephen King (Il seme della follia).
John Carpenter è uno dei Maestri più assoluti del genere, un interprete delle più svariate nevrosi contemporanee relative alla crisi dell'identità umana. Adorabile quando cita Claude Rains e James Whale nel caricaturale Le avventure di un uomo invisibile, portato in scena con la mimica di Chevy Chase e incrinato da inattese malinconie, è uno dei Re del Cinema dell'enigma senza soluzione, un Maestro e uno dei più amati dal pubblico maschile, soprattutto perché il suo cinema parla di uomini agli uomini. Uomini che sono al centro dell'apologo sulle tragedie. Uomini che, in fin dei conti, sono tutti uomini invisibili e che riescono a prendere ogni forma e occupano ogni posizione all'interno della realtà, indipendentemente dal fatto che superino o meno il confine che sta fra il Bene e il Male. Pensate al figlio prediletto, a quel Michael Myers, a quel suo ragazzo-killer che, da bambino impercettibile ed etereo, ritorna in qualità di ombra malvagia in un placido sobborgo del Midwest durante la notte di Halloween. È fra le pieghe di personaggi come lui che si nascondono le belle sorprese del suo cinema, vale a dire le benamate, apprezzate, intelligenti, mai moderate e non farsesche innovazioni, illuminanti dal punto di vista della storia del cinema.
Non c'è solarità nel suo mondo, non c'è vitalità, c'è la controtendenza rispetto al passato nel creare un prodotto di nicchia, ma che diventerà di culto. Conquista a sorpresa fin dal suo primo film Dark Star e persino le sue fiction trovano un posto al sole nel cuore di chi ha capito ciò che Carpenter vuole insegnare allo spettatore.
Evanescente nella sua angoscia per lo spazio, mai deludente, si prende la briga di voler penetrare i temi della lotta e del controllo. Grande assente nel cuore di chi è stato conquistato da alieni che si fingono umani, obelischi di verde energia maligna che rappresentano l'anima di Satana (Il Signore del Male), nebbie striscianti e amorfe che nascondono gli spettri di lebbrosi vendicativi, Cadillac infernali, eroi bendati che si aggirano in metropoli assediate (1997 - Fuga da New York), bambini ariani che leggono il pensiero e guidano la volontà degli adulti, vampiri che infestano il New Mexico, camionisti, giornalisti e ristoratori (Kurt Russell, Kim Cattrall, Dennis Dun e Suzee Pai in Grosso guaio a Chinatown) che si infilano in leggendari templi cinesi per salvarsi, John Carpenter torna per ridestare la memoria di chi lo aspettava, di chi seguiva le sue traiettorie, le andate, i ritorni, fino a quando anche il punto di partenza non è altro che il luogo più terrorizzante nel quale ci si trova. Esplicito, discordante, destabilizzante e brillante, come abbiamo già detto è stato maledettamente ignorato in patria, dove l'idea del quotidiano invaso dai mostri era un'idea che in molti avevano avuto. Se gli americani fossero stati in grado di guardare più in là della Statua della libertà, avrebbero visto oltre quel velo di Maya che separa la realtà di Carpenter dai suoi sogni. Pessimista, poco incline ai compromessi (e per questo tanto odiato dagli Studios e dalla critica cinematografica Made in Usa), è cresciuto nella cultura rock, seguendo il mito di Elvis, ma anche quello di Howard Hawks, di Martin Quatermass, di Godzilla, di Terence Fisher e di La maschera di Frankenstein, esplorando le reazioni e la resistenza dell'uomo nei confronti del Male, sia esso stabilitosi nella religione, nello straniero venuto dallo spazio, nella politica, nella lotta per la sopravvivenza, nella paranoia contemporanea, nell'esplorazione di mondi paralleli.
Come si può non essere conquistati da questo guerrigliero dalla cinepresa sovversiva? Come si può non rimanere affascinati dalla sua non omologazione ai rigidi meccanismi dell'establishment? Come si può non amare La cosa, che è il suo capolavoro, anzi un vero e proprio capolavoro del cinema? «Ho fatto quello che dovevo e ne ho pagato lo scotto». E noi lo ringraziamo, perché è a quel prezzo che abbiamo avuto John Carpenter.

I cortometraggi
Nato a Carthage, a New York, figlio della casalinga Milton Jean Carter e del professore di musica Howard Ralph Carpenter, si sposta con tutta la sua famiglia a Bowling Green, nel Kentucky nel 1953.
Fin da piccolo si interessa al cinema. Infatti, il film che lo fa innamorare del grande schermo è Destinazione... Terra! (1953), in 3D, di Jack Arnold, ma ha anche un'estrema attenzione per i western di Howard Hawks e John Ford.
Da ragazzo, impara a suonare il basso e canta nella band Caleidoscope che si esibisce localmente, poi si unisce a un altro gruppo, i Coup de Villes con Nick Castle e Tommy Lee Wallace, con i quali, addirittura registra un introvabile album dal titolo "Waiting out the Eighties". Nel frattempo gira dei piccoli cortometraggi horror in 8mm durante il periodo liceale. Poi, una volta iscrittosi alla Western Kentucky University, dove suo padre dirigeva il dipartimento di musica, comincia a fare le cose sul serio, realizzando dei veri cortometraggi (Revenge of the Colossal Beasts e Terror from Space, rispettivamente del 1962 e 1963) che poi saranno venduti e proiettati. Per specializzarsi ancora di più nell'arte cinematografica, si trasferisce alla University of Southern California's School of Cinematic Arts. È in quegli anni che realizza i migliori corti di tutta la sua carriera: Warriors and the Demons (1969); Gorgo Versus Godzilla (1969); Sorceror from Outer Space (1969); e Gorgon, the Space Monster (1969).

La carriera di sceneggiatore
Laureatosi nel 1971, diventa sceneggiatore, montatore e compositore del cortometraggio The Resurrection of Broncho Billy (1970) con Johnny Crawford che vincerà l'Oscar per il miglior cortometraggio live action. Gli Studios cominciano a conoscerlo e in molti se lo contendono per fargli firmare soggetti e script, ma lui tenta di fregarli senza inserire mai il suo nome, ma scrivendo sotto pseudonimi (Martin Quatermass, celebre eroe della fantascienza; Frank Armitage, creatura letteraria di H.P. Lovecraft; John T. Chance). Portano la sua firma Gli occhi di Laura Mars (1978) con Faye Dunaway e Il giorno della luna nera (1986), ma anche i film tv Spiaggia a Zuma (1978), Il giorno in cui volarono le allodole (1979) e poi Blood River - La vendetta corre sul fiume (1991, sebbene il film fosse stato scritto proprio negli anni Settanta apposta per John Wayne, ma avendo l'attore il cancro, il progetto di realizzarlo assieme a lui saltò) e Predatori letali (1999).

L'opera prima Dark Star
La sua opera prima da regista è la commedia nera di fantascienza Dark Star (1974), sceneggiata assieme a Dan O'Bannon (che poi sarà l'autore di Alien, prendendo in prestito liberamente alcuni spunti che ruberà proprio al film di Carpenter). Il film costò solo 60.000 dollari (anche perché Carpenter scrisse la musica così come la sceneggiatura, si occupò di molte questioni inerenti alla produzione del film e naturalmente ne firmò la direzione, mentre O'Bannon si occupava delle riprese e degli effetti speciali, vincitori del Golden Scroll che avevano attirato l'attenzione di George Lucas tanto che poi lo arruolerà per il suo Star Wars).
Hollywood, sorpresa e meravigliata da quel modo di fare cinema usando un budget ridotto, comincia a corteggiarlo.

Il successo di Halloween - La notte delle streghe
Arriva Distretto 13 - Le brigate della morte (1976), un thriller a basso budget influenzato da Rio Bravo di Howard Hawks e che segna la sua collaborazione con la sceneggiatrice Debra Hill, che poi lavorerà con lui anche in altre pellicole.
Ma è con Halloween - La notte delle streghe (1978) che ha il più grande e immenso successo. Partendo dalla storia di uno stalker che molesta una babysitter teenager, Carpenter e la Hill imbastiscono lo script di un bambino di sei anni, Michael, che nel 1963, uccide sua sorella Judith e che poi ritorna quindici anni dopo, in seguito a una fuga dal manicomio nel quale era stato internato, per uccidere ancora, prendendo di mira una nuova ragazza nel giorno di Halloween. Carpenter carica di inquietudine la placida provincia americana, scossa dai delitti, dalla presenza dell'altro. É un film epocale che ha dato il via a un filone di "slasher gore" sui serial killer indistruttibili e a un franchise, che tra alti e bassi, dura tuttora (dal quale Carpenter, ovviamente, si è sempre distaccato fortemente).
C'è l'apice della sua creatività in ogni inquadratura, c'è la tensione, la suspense, l'orrore messo in moto da una perfetta macchina. E poi c'è lui, Michael Myers, che con Freddy Kruger e Jason Voorhees, diventa uno delle tre maschere più persistenti e riconoscibili del cinema degli ultimi quarant'anni, ma soprattutto l'incarnazione di quel Male imbattibile. Fu un enorme successo di pubblico con oltre 47 milioni di dollari nei soli Stati Uniti e tutto con un budget modesto di 325.000 dollari. In più, lanciò la carriera di Jamie Lee Curtis e rilanciò quella di Donald Pleasence. La critica americana (troppo puritana) lo bacchetta, giudicando il film "malsano e sadico".

Il capolavoro La cosa
Conferma la stessa tendenza con Fog (1980), all'interno del quale richiama Jamie Lee Curtis, ma anche sua madre Janet Leigh.
Prendendo ispirazione dai comics horror "I racconti della cripta" e dal film inglese I mostri delle rocce atomiche (1958), Carpenter e Hill snocciolano una storia di vendetta spettrale che dal punto di vista stilistico crea atmosfere impressionanti e cariche di allusioni misteriose. Fog ha un buon successo anche dal punto di vista del pubblico, anche se è considerato uno dei suoi film minori. Metterà tutti d'accordo 1997 - Fuga da New York (1981) con Ernest Borgnine, all'interno del quale propone la sua visione di un film di fantascienza catastrofico, senza dimenticarsi di modellare la psicologia dei personaggi e di costruire compatte scenografie livide e cupe. È uno dei film con maggiore azione e segna la sua lunga collaborazione con l'attore Kurt Russell che dirigerà anche in La cosa (1982), un thriller fantascientifico ricco di effetti speciali che però non mirano a creare unicamente la paura a tutti i costi nello spettatore, ma voglio costruire un'angoscia stretta, così come si fa sempre più angusto il luogo nel quale il protagonista si trova. Il film è ispirato al libro "Who Goeas There?" di John Wood Campbell Jr., già portata sullo schermo dal suo mito Howard Hawks nel 1951 con La cosa da un altro mondo, sebbene Carpenter sia molto più vicino al romanzo. Con un budget di 15 milioni di dollari e distribuito dalla Universal Pictures, Carpenter supera finalmente il suo maestro e si frappone con il suo sinistro cinema all'alieno buono E.T. di Steven Spielberg che, però, gli darà filo da torcere al botteghino, tanto da essere indicato come il suo primo fallimento.

Christine e Starman
Fortemente deluso, ma non ancora allontanato dalla Universal gli si pongono davanti diversi progetti, ma lui non ne accetta nemmeno uno.
Alla fine, sceglierà di trasporre sul grande schermo un romanzo di Stephen King "Christine". Arriva, quindi, Christine - La macchina infernale (1983) che racconta la storia di un nerd del liceo che acquista una Playmouth Fury del 1958 con poteri soprannaturali, poi seguito da Starman (1984) con Jeff Bridges, discreto successo del pubblico, ma molto amato dalla critica. Il film, prodotto da Micahel Douglas, si impone come una delle opere più vicine alla commedia romantica che Carpenter abbia mai diretto.

Gli horror minori
Pessimo al botteghino Grosso guaio a Chinatown (1986), un'avventura che miscela magie e kung-fu, con ritmo esagerato e una buona ironia, considerato attualmente un cult, così come l'inquietante Il Signore del Male (1987), definito da alcuni critici nostrani "il film più pauroso dopo L'esorcista", ed Essi vivono (1988), tratto dal racconto "Eight O Clock in the Morning" di Ryan Leson.
Vanno male (e poi vengono largamente rivalutati dalla critica odierna) anche: il divertente Avventure di un uomo invisibile (1992), tratto dal libro di H.F. Saint "Ricordi di un uomo invisibile"; l'omaggio alle atmosfere lovecraftiane Il seme della follia (1994), con Charlton Heston, dove Carpenter spinge l'acceleratore sul paranormale muovendo zombi, vampiri e messaggi sociali; il remake del film omonimo di Wolf Rilla Villaggio dei dannati (1995) tratto dal libro "L'orrenda invasione" di John Wyndham, nel quale la vera suggestiva mostruosità scaturisce dalla normalità; il sequel Fuga da Los Angeles (1996) j'accuse atipico del regista alla dittatura del politicamente corretto e a quel cinema asettico e privo di anima, nonché puramente commerciale, che non fa altro che moltiplicare i propri effetti speciali tramite il computer; e Vampires (1998), dal sardonico romanzo omonimo di John Steakley e che prontamente Carpenter trasforma in un western di ambientazione messicana infarcito di non morti e quindi anche di inevitabili scene splatter, gore e atmosfere grottesche.

Il ritorno alle scene con The Ward
Nel 2001, unisce i suoi due film Distretto 13 - Le brigate della morte e Fog. Dall'unione esce il bellico elettrizzante e splendido Fantasmi da Marte (2001), poi sparisce di scena per nove lunghissimi anni, ritornando con un nuovo film in tasca: The Ward - Il reparto (2010).

I film tv
Come regista televisivo ha invece firmato: Elvis (1979); gli episodi di Body Bags - Corpi estranei (1993) e Pro-Life e Cigarette Burns della serie Masters of Horror (2005-2006).

I film che si è rifiutato di girare
Vincitore del George Pal Memorial Award, ha rinunciato alla regia di molti film che gli Studios volevano imporgli a ogni costo, ma che Carpenter non sentiva in linea con il suo cinema: Fenomeni paranormali incontrollabili (1984); Pazzi da legare (1986); Top Gun (1986);

Vita privata
Grande amico di Kurt Russell e di Jeff Bridges, si è sposato due volte. La prima volta con l'attrice Adrienne Barbeau dal quale ha avuto un figlio: Cody Carpenter. La seconda volta con la sceneggiatrice Sandy King.

Ultimi film

Thriller, (USA - 2010), 86 min.

I film più famosi

Horror, (USA - 1994), 103 min.
Thriller, (USA - 2010), 86 min.
Fantascienza, (USA - 1982), 109 min.
Horror, (USA - 1988), 97 min.
Fantascienza, (USA - 2001), 100 min.
Commedia, (USA - 1982), 116 min.
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