Nel 1961 Tonino Guerra lo chiama a Roma per collaborare alla sceneggiatura de La Notte il film di Michelangelo Antonioni che sta scrivendo con il regista e Ennio Flaiano. Ottieri nel film farà una breve comparsa tra gli invitati della festa.
Nel 1962 collabora di nuovo con Tonino Guerra e Elio Bartolini> alla sceneggiatura de L'Eclisse, il film che chiude la trilogia inaugurata da L'Avventura e proseguita con La Notte.
Ottieri scopre il cinema, se ne entusiasma e subito viene preso dalla smania di mettersi in proprio e misurarsi con questo nuovo "mestiere poetico organizzativo".
Nel 1964 pubblica presso Bompiani "L'impagliatore di sedie", romanzo realistico immaginato come una sceneggiatura o racconto "comportamentistico" fatto di azione, gesti, linguaggio parlato. Nell'autoprefazione al libro dal titolo "Breve storia di questo libro scritta dall'autore", l'autore confessa la sua nuova fascinazione per il cinema. "Mi è capitato di lavorare con il più interessante regista italiano, uno dei migliori del mondo. Senza sua colpa, per la necessità obiettiva della struttura, ho provato i morsi dell'alienazione da sceneggiatura, un'alienazione che non ha nulla da invidiare a quella classica dell'operato moderno e che necessariamente rimbalza, si compensa nel desiderio di "mettersi in proprio". Fare il regista? Sì fare il regista. Avevo insomma bisogno del cinema per proseguire nella mia ricerca realistica, cominciando a spostarla verso un realismo, più che critico, clinico. Vivevo il cinema come un mezzo legittimamente figurativo e il mio istinto realistico (non diciamo naturalistico) vi si è attaccato per difendersi dagli assalti oscuri, misteriosi, dell'informale".
Nel 1971 va in onda sulla Rai lo sceneggiato in due puntate tratto da "Donnarumma all'assalto" a firma di Marco Leto (il regista), Ernesto Guida, Bruno Di Geronimo, nel quale viene sovrapposta una storia d'amore tra il protagonista e la segretaria, estranea al libro.