Jacqueline Audry è una regista, è nata il 25 settembre 1908 ad Orange (Francia) ed è morta il 22 giugno 1977 all'età di 68 anni a Poissy (Francia).
Iniziata la carriera nel cinema come segretaria di edizione nel 1933, diventa poi aiuto-regista di Pabst, Delannoy, Lacombe, Ophuls e Cloche. Nel 1943 dirige il suo primo cortometraggio, Les chevaux du Vercors (I cavalli del Vercors), cui segue nel 1945 un lungometraggio a soggetto, Les malheurs de Sophie (Le disgrazie di Sophie) prima di una serie di opere che rivelano (oltre a una padronanza della tecnica cinematografica) la sua propensione per le tematiche psicologiche e che hanno spesso fatto accostare il nome di lei a quello di Colette. La accomuna alla scrittrice (da cui trae parecchi soggetti per i suoi film) la scelta di certi temi, quali la crisi adolescenziale, la descrizione di rapporti familiari o sessuali e l'indagine di psicologie femminili. Il tutto interpretato e riletto con una sensibilità tipicamente femminile. Fra i suoi film, Gigi (Gigì, 1949) dal romanzo omonimo di Colette, al cui spirito è più fedele della versione di V. Minnelli è del 1958, e Huis clos (A porte chiuse, 1954) dalla pièce di Sartre. Il registro dell'autrice non muta, come non muta la sua sapiente discrezione, anche se non si tratta di film importanti: Mitsou ou comment l'esprit vient auxfilles (Mitsù, peccatrice ingenua, 1956), Le secret du chevalier d'Eon (Storie d'amore proibite - Il cavaliere e la zarina. 1960), Les petilt matins (Una ragazza a rimorchio, 1962), con Arletty, Soledad (I frutti amari. 1967) - girato in coregia con la sorella Colette Audry. scrittrice, commediografa e sceneggiatrice di notevoli qualità - Les lys de mer (Il giglio del mare, 1970), dal romanzo omonimo (1956) di André Pieyre de Mandiargues, mai distribuito nelle sale. Quasi tutti i suoi film sono sceneggiati in collaborazione con il marito, Pierre Laroche. Muore in un incidente automobilistico nei pressi di Parigi.
Da Nuovo dizionario universale del cinema - Gli autori, Editori Riuniti 1996