Ali Abbasi è un regista, sceneggiatore, è nato nel 1981
Nato in Iran nel 1981, ha scritto diversi racconti pubblicati nel suo paese. Nel
2002 ha abbandonato gli studi all'Università di Tehran e si è trasferito a
Stoccolma dove ha studiato architettura. Laureatosi nel 2007, ha studiato
regia alla National Film School in Danimarca. Shelley, la sua opera prima, è
stata presentata in anteprima nel 2016 al Festival del Cinema di Berlino.
Nel 2018 il suo secondo lungometraggio, Border - Creature di confine, tratto dal racconto "Confine" dello scrittore svedese John Ajvide Lindqvist, ha vinto il premio Un Certain Regard al Festival di Cannes ed è stato candidato agli European Film Awards come miglior film, miglior regia e miglior sceneggiatura. Nel 2022 presenta in concorso al Festival di Cannes il thriller Holy Spider.
Una visione un po' rigida del fantastico lo fa sembrare poco più di un concetto vago, una borsa da palestra cinematografica da cui estrarre di volta in volta l'horror, il fantasy, la fantascienza, e così via. In verità, il fantastico è sempre un ibrido, e la mancata classificazione di tante opere, sospese a metà tra i territori narrativi, altro non è che la mancata attribuzione al genere archetipico
Se (quasi) ogni film ha una sua peculiarità da raccontare, una sua cifra stilistica o contenutistica che lo rende unico, è pur vero che - parafrasando Orwell - alcuni film sono più unici di altri. È il caso di Border (guarda la video recensione) di Ali Abbasi, rivelazione dell'ultimo Festival di Cannes, dove si è accaparrato il Premio come Miglior Film della sezione Un certain regard. A convincere la Giuria, probabilmente, la capacità del regista di raccontare le piaghe della contemporaneità - la xenofobia, la scissione tra volontà di integrazione e di conservazione della propria identità - ricorrendo a un simbolismo insieme audace e di impatto immediato