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Gina Manés

Gina Manés (Blanche Moulin) è un'attrice francese, è nata il 7 aprile 1893 a Parigi (Francia) ed è morta il 6 settembre 1989 all'età di 96 anni a Tolosa (Francia).

Una autentica parigina, nata nel faubourg Saint-Antoine: non volle seguire il mestiere del padre postino, il suo sogno era di recitare. Cominciò con delle particine al Palais Royal, al Théâtre des Capucines, nelle riviste di Rip. Fu l'attore René Navarre a presentarla a Feuillade e nel 1919 Gina apparve per la prima volta sullo schermo in un film intitolato L'Homme sans visage.
Seguirono altri film, generalmente serials come Tue-la-Mort (1920), Le Secret d'Alta Rocca (1920) e Le Sept de trèfle (1921), poi è Jean Epstein a dare alla carriera di Gina una svolta decisiva, assegnandole il ruolo della figlia del proprietario in L'Auberge rouge (1923); subito dopo la vorrà in Coeur fidèle (1923), nella parte della trepida protagonista che, dopo tante vicissitudini, poteva aspirare alla felicità tra le braccia di Léon Mathot.
«La fosforescente trasparenza dei suoi occhi chiari - scrive Fausto Montesanti nel suo profilo dell'attrice - spalancati con incredibile candore sui più truculenti aspetti della realtà, il taglio amaro della sua bocca - che il trucco dell'epoca rendeva a tratti stranamente equivoca - facevano curioso contrasto con le larghe linee del suo volto maturo e la torpida pienezza della sua figura». Altrettanto significativo è quanto scrisse di lei Suzanne
Chantal: «Femme mystérieuse un peu fantasque, à la beauté troublante: ses yeux clairs dévisagent avec quelque sauvagerie. Son masque si curieux, presque continuellement rieur, offre cependant quelque chose de douloureux et d'indéfinissable, de tourmenté. Son visage émeut, déconcerte, surprend. On l'a rapprochée de la panthère. En effet, sa singulière physionomie, ses cheveux fauves, son regard, ont une certaine violence, une farouche fierté»>.
Ma pur etichettata come la «femme fatale» per eccellenza del cinema francese - Ado Kyrou la ritiene l'unica attrice francese ad aver compreso cos'è l'erotismo cinematografico - Gina ha saputo affrontare anche ruoli diversi in film d'autore: è stata una regale Josephine Beauharnais nel Napoléon (1925-27) di Abel Gance, e altrettanto brava si è dimostrata in Ame d'artiste (1925) di Germaine Dulac o Le Train sans yeux (1928) di Alberto Cavalcanti.
Ha lavorato molto anche all'estero: in Italia è stata una vera scugnizza partenopea in Naples au baiser de feu (1925) del russo Serge Nadejdine; in Germania ha dato, nel tormentato personaggio di Thérèse Raquin in Du sollst nicht Ehebrechen! (1927) di Jacques Feyder, la sua migliore interpretazione; in Svezia è apparsa in Synd (1928) di Molander, accanto a Lars Hanson.
E continuò anche nel sonoro - sia pur con minor rilievo - passando con gli anni a parti adeguate all'età.
Nel 1942, mentre lavorava come domatrice nel Circo Medrano, venne azzannata da una tigre: si salvò a stento, ma il volto rimase sfigurato; lunghe cure e interventi di ricostruzione le permisero un ritorno al lavoro anni dopo, ma in parti ancora più marginali.

Da Le dive del silenzio, Le Mani, Genova, 2001.

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